Settentrionale sicula: Messina - Palermo


























Nel bel mezzo di un Luglio rovente e fortemente siciliano … qualche nuvola di speranza può essere il migliore invito alla realizzazione di una passeggiata in bici programmata già da tempo.
La Messina – Palermo, per Enrico e me, diventa realtà Sabato 23 Luglio grazie alle previsioni meteo che accennano ad una nuvolosità consistente intorno a Palermo nella giornata di Domenica 24.
Fatti i bagagli e caricate le bici sull’auto di Enrico, eccoci alle 7,00 già a Messina con parcheggio effettuato, abbigliamento tecnico indossato, GPS acceso e polpacci pronti alla sfida. Tutto è perfetto e sotto controllo … nel pieno rispetto di una tabella di marcia efficace ed efficiente.
Fatti i primi 2 km, Enrico si accorge di aver lasciato soldi e documenti in macchina … torniamo indietro … e vaff… a tutta l’efficienza. E’ inutile … non saremo mai dei professionisti veri (ma vi assicuro che ce la godremo lo stesso).
La prima sosta con relativa prima foto la facciamo all’antenna di Capo Peloro immortalata tra i raggi della mia bici; è qui che ci sembra di iniziare il lungo tragitto che, al momento, non sappiamo dove si concluderà stasera.
Abbiamo infatti deciso di pedalare tutto il giorno e solo intorno alle 19,30 iniziare a cercare un campeggio o un B&B per il pernotto: ciò che vorremmo è arrivare a Palermo entro domani sera per poi prendere il treno e rientrare a Messina.
La giornata scorre bene fino alle 13,30, ora in cui facciamo la sosta pranzo sul lungomare di Patti Marina: purtroppo la pasta al forno che compriamo in una rosticceria è immangiabile (ci diamo da fare con frutta e spinaci lessi), però riusciamo a riposare veramente bene sotto un albero gigantesco e grazie al vento fresco che si alza d’improvviso.
Nel pomeriggio facciamo una sosta presso un chiosco che vende angurie gigantesche e frutta; è attrezzato di tutto punto: posateria, lavabo, tavoli e sedie. Enrico dice al “mulunaro” (venditore di angurie) che io sono un fotografo professionista … non l’avesse mai fatto (anche perché non è vero). Ci tocca fare una foto alle sue angurie (sembra andarne molto fiero) e promettergli che la pubblicheremo su internet. Enrico si mette in posa, io scatto e il mulunaro sale in cima all’Olimpo della categoria. Non capiamo quale genere di pubblicità si aspetti, o meglio quale riscontro … ma non indaghiamo più di tanto.
Nel tardo pomeriggio non ce la facciamo più per il caldo, lungo la spiaggia intravediamo una doccia, accanto una barca (ottima per rivestirsi e poggiare le bici): niente di più invitante! Ci spogliamo, indossiamo il costume e siamo già in acqua. Un vero toccasana che ci ricarica per affrontare le ultime ore di pedalata della giornata.
Alle 19,30 (come da programma) ci mettiamo alla ricerca di un camping o B&B, ma nella zona non ce ne sono; chilometri dopo troviamo un albergo (siamo piuttosto stanchi) ma costa troppo e vicino non c’è nessun locale in cui cenare. Prima di andare via chiediamo al gestore il costo della cena più il pernotto: il prezzo che ci propone è inaccettabile (in verità non ci speravamo più di tanto).
Gli ultimi chilometri sono davvero tosti, siamo stanchi e ci rendiamo conto solo ora di aver sbagliato tempi e modi d’alimentazione: un errore imperdonabile vista la nostra esperienza.
E così, tra autocritiche e stanchezza … dietro una curva … ecco apparire Santo Stefano di Camastra; subito troviamo un B&B e, posate le bici nel box, tiriamo un sospiro di sollievo: stanotte si dorme e  si mangia!
In un solo giorno abbiamo percorso ben 181 km con un’ascesa totale di 1190 mt, data dai continui sali-scendi che, pedalando lungo la costa, non ci saremmo mai immaginati di accumulare.
Si va a cena da “Giannetto”, il locale più frequentato di S.S. di Camastra; la cena è ottima e abbondante, il prezzo onesto, l’accoglienza impeccabile (nonostante sia Sabato sera ed il locale sia stracolmo).
Il B&B è un 3stelle (tutte meritate) gestito da una signora che sa fare bene il suo mestiere … e ce lo dimostra anche l’indomani mattina a colazione: scelta di marmellate fatte in casa, pane e torta di mele appena sfornati;
Enrico ed io lasciamo il tavolo a malincuore … non divoriamo tutto per mantenere un certo decoro!

Da Santo Stefano di Camastra ripartiamo senza fretta alle 9,00, dato che per raggiungere Palermo mancano solo 110 km.
Da qui, e fino a Cefalù, attraversiamo il tratto di costa più suggestivo e meno trafficato della nostra Messina - Palermo. Arrivati a Cefalù ne visitiamo il centro spingendo le bici a piedi e riflettendo su quanto sia legittimo che questo paese venga annoverato tra i più belli della Sicilia. Sia Enrico che io siamo stati diverse volte in questo paese (io anche in kayak) ed ogni volta che ci torniamo scopriamo particolari e scorci sempre nuovi; decidiamo di passare qui un fine settimana con le nostre mogli.
Riprendiamo a pedalare rallentati dal vento contrario e qualche ora dopo arriviamo sulla spiaggia antistante la zona industriale di Termini Imerese, per intenderci quella ai piedi delle grandi ciminiere; qui lo spettacolo cui assistiamo è davvero triste: tanta gente, tra cui bambini anche molto piccoli, stanno tranquillamente in acqua nonostante i cartelli indichino il divieto di balneazione e la spiaggia sia ridotta ad una discarica a cielo aperto. Mentre scattiamo una foto, osserviamo una scia oleosa lunghissima cingere lo specchio d’acqua sotto di noi. Poveri bagnanti o bagnanti irresponsabili? Questo è il quesito con cui ci allontaniamo dalla zona.
La sosta pranzo la facciamo a Termini Imerese, a conclusione della dura salita che dalla spiaggia ci porta al centro del paese.
Tra Termini Imerese e Palermo facciamo una sola sosta per bere qualche bevanda, combattiamo col vento contrario e subiamo il caldo che ricomincia a farsi sentire.
Com’è ormai mia abitudine quando entro a Palermo, sul lungomare propongo la “sosta panelle” presso una delle tante friggitorie; proposta che Enrico accetta immediatamente.
Arriviamo in stazione con un’ora e mezza di anticipo e ne approfittiamo, anche grazie alla presenza di una fontanella, per lavarci, cambiarci ed indossare dei vestiti più comodi.
Sappiate che se volete utilizzare i bagni della stazione dovete avere in tasca 80 centesimi, altrimenti …
In questo caso vi consiglio di andare al Mc Donalds, dinnanzi ai binari, dove occorrono lo stesso 80 centesimi ma almeno c’è il cassiere che può aiutarvi;  inoltre, se consumate ed esibite lo scontrino, entrate gratis.
Non so se sia giusto (né voglio sollevare polemiche) che i viaggiatori con biglietto ferroviario alla mano debbano pagare per utilizzare un servizio che dovrebbe invece essere compreso …
Il treno arriva puntualissimo a Messina; durante il tragitto verifichiamo sul GPS i km percorsi nella giornata: 114 con un’ascesa totale di 800 mt (anche oggi parecchi sali-scendi).
Appuntamento alla prossima avventura.

Piccole curiosità:
Il vento ha fatto volare il cappello:
2 volte a Rino; 6 volte ad Enrico

Domenica a colazione:
Enrico: 3 fette di pane con marmellata + 3 fette di torta + 5 biscotti
Rino: 9 fette di pane con marmellata e burro + 2 fette di torta + 2 biscotti

Alla ripartenza da ogni sosta:
Enrico ha aspettato che Rino si preparasse: 1 volta
Rino ha aspettato che Enrico si preparasse: tutte le altre


Permanenza in bagno Domenica mattina:
Rino 5 minuti
Enrico 28 minuti

In salita:
Rino ha superato Enrico 2 volte; Enrico ha superato Rino 17 volte

Lamentele e imprecazioni causa vento, caldo, saliscendi:
Enrico: 2; Rino: troppe per tenere il conto


Altimetria Messina - Santo Stefano di Camastra
















Altimetria Santo Stefano di Camastra - Palermo