SCUOLA DI KAYAK







Rino Catalano è un Maestro di Kayak da Mare della Federazione Italiana Canoa Kayak - F.I.C.K.- CONI e un Istruttore/Guida Marina della Federazione Italiana Canoa Turistica - FICT e della UISP. La sua formazione è stata curata da Sottocosta, Associazione per la Cultura e la Diffusione del Kayak da Mare in Italia - www.sottocosta.it
Nel 2004 ha effettuato il periplo della Corsica in autonomia e tra il 2005 ed il 2007 ha organizzato eventi di endurance in kayak da mare per i propri allievi (tra questi la 24H e la 36H).



Sicurezza! Sicurezza! Sicurezza!
        Questi i 3 motivi fondamentali per seguire un Corso di Kayak da Mare

L’Associazione Sottocosta (www.sottocosta.it) ha elaborato un metodo di insegnamento (riconosciuto ed adottato in ambito CONI dalla Federazione Italiana Canoa Kayak) basato sull’apprendimento attraverso semplici step e ha formato i suoi Quadri Tecnici – Istruttori e Guide Marine – affinché il programma possa essere svolto con i medesimi contenuti e la stessa metodologia da ciascuno di essi.
Il Kayak da Mare (oltre ad indicare l’imbarcazione) è una vera e propria disciplina regolata da principi, tecniche e, nella fase iniziale, da spirito di sacrificio.

I 3 corsi - Base, Avanzato e Perfezionamento - vengono svolti a distanza di qualche mese l’uno dall’altro; in certi casi anche un anno. Questo per dare all’allievo la possibilità di “assimilare” le tecniche ed all’istruttore di poter verificare i reali progressi.
Dopo il Corso di perfezionamento l’Istruttore può stabilire se l’allievo è idoneo ad accedere alla selezione per il Corso Istruttori organizzata dal CNI – Commissione Nazionale d’Istruzione di Sottocosta.
  

CORSO BASE
Già con il conseguimento del Corso base, l’allievo è in condizione di poter navigare con un ampio margine di sicurezza e con una conoscenza delle tecniche bastante a far fronte a quasi tutte le difficoltà nella gestione del kayak in caso di condizioni meteo marine relativamente avverse.

In questa prima fase egli si concentrerà sull’apprendimento delle manovre fondamentali, sui salvataggi ed auto salvataggi, sulla pianificazione di una breve escursione, sulla conoscenza dei venti, sui 4 livelli di difesa, sull’equipaggiamento e le attrezzature di sicurezza indispensabili e sulla postura più corretta da assumere.
E’ questa la fase più delicata nella formazione del futuro kayaker in cui l’Istruttore introduce una serie di concetti che, uniti al “Metodo per imitazione”, ne garantiscono il risultato.

“Superato questo corso vi sentirete molto più sereni sulla vostra imbarcazione e potrete godere appieno delle meravigliose sensazioni che è capace di offrirvi. Potrete pianificare un breve viaggio in kayak e fare la vostra prima esperienza di campeggio nautico.


CORSO AVANZATO
Nel Corso avanzato si approfondiscono quelle tecniche che porteranno l’allievo all’esecuzione della manovra più ambita dai kayakers: l’ Eskimo, cioè la capacità di guadagnare la posizione originale dopo un capovolgimento.
Ma non solo … altre tecniche non meno importanti saranno studiate durante tutti gli step che compongono questo secondo corso e nuovi esercizi saranno introdotti allo scopo di far crescere la capacità del kayaker.









CORSO DI PERFEZIONAMENTO
Il terzo ed ultimo Corso, quello di perfezionamento, impegnerà l’allievo nel superamento delle situazioni più “scomode": navigazione tra i frangenti, soccorsi e salvataggi in mare formato, procedere con l’onda di poppa, sbarcare in condizioni difficili ed altro ancora.

A questo livello si potrà accedere a discrezione dell’Istruttore che dovrà verificare la padronanza assoluta delle tecniche precedentemente studiate e riconoscere nell’allievo la capacità di resistenza ed autocontrollo in tutte le situazioni.







Attestato di partecipazione
Ciascuno dei Corsi si conclude con il rilascio di un Attestato di partecipazione riconosciuto dall’Associazione Sottocosta sul quale vengono annotate le tecniche studiate e le eventuali manovre da approfondire nei corsi successivi.

Sul sito dell’associazione Sottocosta trovate l’elenco e la sede operativa degli Insegnanti di Kayak da Mare presenti in Italia, con i quali potrete continuare la vostra formazione qualora vi trovaste in viaggio. Leggendo il vostro attestato l’Insegnante Sottocosta conoscerà quali step avete studiato








                                       

















Attrezzature ed equipaggiamento di sicurezza 
Quando si naviga in kayak è indispensabile portare con se attrezzature ed equipaggiamento di sicurezza adatti a soddisfare ogni esigenza.
Di seguito un elenco da consultare prima di ogni escursione:
Giubbotto di Salvataggio - Va sempre indossato!!!
Paraspruzzi
Telefono cellulare (trasmettitore vhf per i lunghi viaggi)
Pagaia di rispetto
Strumento di segnalazione acustica - fischietto o simili
Paddle-float
Cima di traino
Parcheggia pagaia
Acqua + barrette energetiche
Pompa di sentina o altro sistema di svuotamento (spugna, sassola, ecc...)
Vestiti di ricambio
Giacca d'acqua
Occhiali
Cappello
Scarpe specifiche con suola rigida o semi-rigida
Crema protettiva
Sacca stagna
Kit di riparazione
Medikit

Consigli utili
Una serie di consigli potrebbe tornarvi utili sia in navigazione che a terra
Numero blu-Soccorso in mare 1530 Chiamata gratuita da tutti i cellulari
Non siate spavaldi
Indossate sempre il giubbotto di salvataggio ed il paraspruzzi
Non andate in kayak se non sapete nuotare
Non uscite da soli
Non affrontate onde alte o frangenti senza una tecnica adeguata
Non girate un kayak capovolto se siete inesperti, ma tenetevi allo scafo
Dite sempre a qualcuno dove siete diretti
Non pensate che gli altri possano vedervi, un kayak è difficile da individuare
Ascoltate sempre il bollettino nautico prima della partenza
Vestitevi adeguatamente (in base alla temperatura dell'acqua)
Non lasciate rifiuti sulla spiaggia
Non sostate nelle aree di accesso ai porti
Non sostate con il vostro kayak sul bagnasciuga
Uscite in gruppo di almeno tre persone
Esercitatevi spesso nei salvataggi
Studiate anticipatamente il percorso che volete coprire
Individuate possibili vie di fuga in caso di peggioramento delle condizioni meteo marine
Munitevi di un adeguato equipaggiamento di sicurezza
Prima di prendere il mare, controllate che i tappi dei gavoni siano ben chiusi
 
Groenlandese o Moderna?
Una domanda che spesso mi viene rivolta è se sia meglio utilizzare la pagaia tradizionale Groenlandese o quella moderna a pale incrociate.
Per meglio comprendere l'argomento, eccovi alcune informazioni sulla pagaia Groenlandese (o Eschimese):
La pagaia Eschimese è stata il primo tipo di pagaia che l’uomo ha creato per imprimere propulsione ai kayak, imbarcazioni che hanno permesso ai popoli groenlandesi di sopravvivere in un ambiente ostile.
La caratteristica che risalta maggiormente nel momento in cui impugniamo una pagaia eschimese è che le due pale giacciono sullo stesso piano.
Il modello che è arrivato fino ai nostri giorni ed è ancora utilizzato presenta delle pale strette e allungate; in passato qualcuno ha sostenuto che tale forma fosse dovuta ad una limitata conoscenza circa le tecniche di lavorazione del legno (collanti e metodi d’assemblaggio). Il ritrovamento di strutture di barche in legno finemente lavorate ed assemblate con potenti colle resistenti all’acqua ricavate dalla miscelazione di sangue di foca essiccato e poi impastato con saliva, ha sfatato questa credenza.
La pagaia Groenlandese ha questa caratteristica forma, sopravvissuta e tramandata nei secoli, poiché è grazie a questa che in mare si ottengono le prestazioni migliori da centinaia di anni.

Se si vuole “andare per mare” bisogna utilizzare
una pagaia da mare.

Lunghezza
La lunghezza di una pagaia eschimese si calcola in base a questa regola: A + L + Q
A = Altezza del kayaker;
L = Lunghezza dell’avambraccio dal gomito alla punta del dito medio (con il gomito appoggiato ad un piano);
Q =Quattro dita della mano misurate all’attaccatura del dorso (larghezza della mano).
Se si considera che i kayak da mare moderni sono ben più larghi di quelli originali (la cui larghezza era calcolata aggiungendo le quattro dita alla larghezza del bacino del kayaker seduto), dobbiamo allora correggere la regola in questo modo:
A + L + Q + LK – (LB + Q) in cui LK è la larghezza del kayak ed LB la larghezza del bacino.
Applicando tale regola si è potuta stabilire una lunghezza standard che varia tra i 230 ed i 244 cm.

Larghezza
La larghezza della pagaia eschimese si ricava piegando il pollice e le ultime due falangi delle dita; all’interno di questa forma ad U che si è venuta a creare, deve poter scorrere, con presa sicura, la pala in tutta la sua lunghezza.
Mediamente tale larghezza varia tra i 7 ed i 12 cm.

La pala emersa
Considereremo ora la pala emersa, cioè quella passiva, che essendo “a riposo” può esserci d’impaccio o aiutarci in certe situazioni ambientali.Partendo dal presupposto che in mare il pericolo maggiore sia rappresentato dal vento analizzeremo le due pale, o meglio la loro posizione, rispetto alla direzione dal quale esso proviene. 


Con vento laterale la pagaia eschimese si può considerare “trasparente”, mentre la pagaia moderna ha la massima area esposta e quindi fa aumentare la possibilità di ribaltamento. 
Con vento di poppa la pagaia eschimese ha la massima esposizione e ci aiuta moltissimo nell’avanzamento. Attenzione però poiché questa è la condizione più facile affinché una raffica improvvisa ce la strappi di mano. La pagaia moderna non offre nessuna resistenza. 
Con vento di prua la pagaia eschimese è quella che maggiormente risente della condizione sfavorevole. Quella moderna si può ritenere trasparente al vento e quindi ininfluente sulla navigazione. 

Confrontando i risultati di queste prove, possiamo dire che l’unica condizione sfavorevole alla pagaia eschimese è con il vento di prua.
Chi conosce questa pagaia sa però che gli effetti dannosi del vento frontale tendono a sparire se pagaiamo basso.
E' da notare come la resistenza al vento di un qualsiasi corpo, cresce con il quadrato dell’area apparente che esso gli offre, ma anche con il cosiddetto fattore di forma. Il fattore di forma aumenta tanto più quanto il perimetro dell’oggetto esposto si avvicina all’essere un cerchio. Per fare un esempio evidente dell’importanza del fattore di forma sulla fatica che compiamo per avanzare controvento, confrontiamo il comportamento di due ipotetiche pagaie entrambe formate da due pale di 600 cmq (area media di una pala) e con il centro di spinta posto a 180 cm (distanza media delle comuni pagaie). Senza entrare nel merito di formule varie, la pagaia con forma circolare offre una resistenza al vento di circa il 20% maggiore di quella con forma allungata. Questo spiega ampiamente perché gli Eschimesi, senza la benché minima conoscenza di fisica, abbiano concluso che per resistere meglio al vento, la forma migliore che deve avere una pagaia è quella lunga e stretta.
   
2 diversi modi di avanzare
La pagaia moderna è immersa in acqua molto a prua e la passata avviene parallela alla superficie dell’acqua terminando poco dopo aver raggiunto l’altezza del bacino. L’asse longitudinale della pagaia è quasi verticale rispetto alla superficie dell’acqua. In altre parole, sfrutta la resistenza che l’acqua offre al farsi attraversare dalla pala. L’angolo interno di curvatura della pala è tanto più accentuato quanto più si vuole aumentare questa resistenza. E’ per questo motivo che le pagaie moderne sono un po’ tutte a “cucchiaio”
Il kayak avanza come se fosse al traino, tirato di prua 
La pagaia eschimese è immersa in acqua poco più a prua del bacino e la passata termina molto a poppa e quasi vicino allo scafo. L’asse longitudinale della pagaia è quasi parallelo alla superficie dell’acqua. La pala, immersa in acqua in posizione ruotata in avanti, sfrutta l’effetto deflessione che è tipico delle eliche.
Il kayak avanza come se fosse spinto da poppa
  
Conclusioni personali
Personalmente utilizzo la pagaia Groenlandese quando devo "fare sul serio", cioè quando ho da affrontare una traversata superiore alle 16 miglia (30 km circa). Entro tale distanza preferisco utilizzare la pagaia Moderna a pale incrociate. Idem per eventuali gare: Groenlandese per maratone da 10 Miglia in su, Moderna al di sotto. Ho scelto di utilizzare entrambe le pagaie, alternandole periodicamente, anche per esigenze formative: infatti può succedere che un allievo scelga di svolgere il Corso con una pagaia piuttosto che con l'altra e non avere un'ottima dimistichezza con entrambe può essere pregiudicante per un Istruttore. Ho inoltre notato che passare dalla pagaia Moderna a quella Groenlandese è più immediato che il contrario. Questa è forse la prova decisiva che la pagaia Groenlandese è quella cui ci si adatta in maniera più "naturale"    


Le parti del Kayak da Mare